Amato e odiato cibo

parliamo dei nostri problemi alimentari

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  1. (elettrica)
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    Visto che è un problema che affligge molti di noi, apro questa discussione per confrontarci sul rapporto sbagliato che spesso abbiamo con il cibo...
    Chi lo rifiuta, vedendolo come un nemico.
    Chi vi affoga ogni dispiacere per poi farsi cogliere dai sensi di colpa
    Chi lo tratta con amore e odio...

    Insomma, per moltissime persone il rapporto con il cibo è qualcosa di tutt'altro che facile. Voi come lo vivete?
     
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  2. Anice Stellato
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    Madò, apro questo topic nel momento in cui stavo per mangiare una M&M's :D

    La mia esperienza: sono nata, cresciuta e pasciuta in una famiglia di persone ipertese, diabetiche e sovrappeso che sono tutte delle ottime forchette. La mia è la classica famiglia del sud: pranzi luculliani, delle feste si sa quando ci si siede a tavola e non si sa quando ci si alza, quando arriva natale il primo pensiero non è "che regali dobbiamo fare" ma "che dolci dobbiamo preparare"... e via discorrendo. Penso abbiate capito il genere.
    Il cibo è un forte elemento di condivisione e mia madre è in grado di trascorrere giornate intere in cucina. Anche per me il cibo ha questo potere magico di unire, ma sinceramente io credo di interpretare la cosa più in chiave moderna rispetto a lei: odio murarmi viva in cucina. Lo posso fare una volta, due volte, tre volte, ma poi basta. La vita è fatta anche di altro. La mia famiglia (estendo anche a zii e cugini, con relativa figliolanza), invece, usa la scusa dei pranzi insieme per stare con amici che non vedono da tempo o con parenti lontani: ogni scusa è buona pè magnà!
    Tutto ciò si trasforma in eccessivo "amore" per il cibo: sarà un caso che a me il cibo piace e la cucina mi appassiona tantissimo? Devo dire che il mio rapporto con esso varia in base al periodo: ci sono momenti in cui sono nervosa come un animale e mi farei fuori l'impossibile, altri invece in cui sto relativamente bene e non ho il pensiero di aprire il frigo. Il fatto di sfogarsi sul cibo quando si è nervosi dipende dal voler riempire un vuoto che ovviamente non è nello stomaco, ma nell'anima. Da piccola spesso soffrivo di mal di stomaco perchè esageravo, magari durante una festa o una cena fuori. I miei poi mi hanno avuta dopo che un mio fratellino venne a mancare, per cui secondo me questa eccessiva protezione dei miei si è trasformata, inconsciamente, nel desiderio di non volermi vietare nulla. Infatti i miei non mi hanno mai proibito niente, anche a livello di amicizie o di esperienze, anzi sono sempre stata molto libera. Però credo che, dal loro punto di vista, coccolarmi e viziarmi col cibo sia stato una prova del loro affetto per me.
    E' una logica che io ora, da adulta, trovo semplicemente perversa. Ma a volte scattano certi malsani meccanismi in testa.
     
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    Il mio rapporto col cibo è pessimo.
    Fin da piccola ho sempre visto il cibo come un nemico, qualcosa che mi causava solo problemi: vestiti che non entravano, ciclo sballato, ragazzi che non mi volevano.
    A 16 anni pesavo 72 kg per 1,54 di altezza. Fu appunto il ginecologo che mi disse che, per far regolarizzare il ciclo, avrei dovuto scendere di peso e, infatti, fu proprio così: arrivai a circa 54 kg e mi stabilizzai (aiutata anche da cure farmacologiche).
    Ben presto, però ripresi peso e verso i 20 anni tornai quasi a 70 kg, ma la mia altezza non era cambiata di molto e quindi ero sempre in sovrappeso e, come volevasi dimostrare, il ciclo era tornato sballato.
    Allora decisi che avrei dovuto combattere questo dannato, odiato (e nello stesso tempo amato) cibo.
    All'inizio le cose andarono bene perchè seguivo la vecchia dieta dimagrante, ma ben presto le cose mi sfuggirono di mano, persi il controllo e credevo di avercelo invece.
    Senza rendermene conto arrivai a pesare circa 37 kg e la cosa brutta era che mi vedevo sempre uguale, anzi c'erano giorni che mi vedevo grassa. Non avrei potuto ammetterlo in quel periodo, ma ero diventata anoressica, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Ero piena di fissazioni, di manie, tutto quello che riguardava il "cibo" doveva essere meticoloso e metodico. La tavola apparecchiata secondo un preciso criterio, le pietanze cucinate da me stessa e a casa, nascondevo il cibo nella mia camera come se lo collezionassi (barrette, snack), ma non lo mangiavo. Se il peso non scendeva iniziavo a dare di matto, me la prendevo con tutti e con me stessa. Odoravo i cibi, li immaginavo e mi saziavo così.
    Dopo circa 3 anni ho ripreso peso e sono caduta nella bulimia e nel disturbo da alimentazione incontrollata.
    Adesso sono consapevole di quello che ho avuto e di quello che ho perchè, anche se il mio corpo non è scheletrico, la mia mente è rimasta nei problemi. Sto cercando di uscirne, anche aiutata da qualcuno. Al momento continuo a vedere il cibo come un nemico. Non mangio per fame, per piacere o per bisogno. Mangio per colmare i vuoti, non mangio perchè mi sento in colpa e mi vedo grassa.
    La mia amica psicologa dice che finchè la mia mente non vorrà uscirne, non potrò uscirne....devo volerlo davvero insomma e se non ne esco vuol dire che non sono pronta del tutto a farlo.
    Il mio rapporto col cibo l'ho sempre definito un "odio et amo", un amore e odio.
    Lo amo perchè riesce a calmare il mio nervosismo. Lo odio perchè subito dopo mi fa sentire tremendamente in colpa ed è la causa di tutti i miei problemi e complessi.
    Lo odio perchè le cose più buone fanno ingrassare. Lo amo perchè quando ho carenza di affetto so che mi può dare la giusta compensazione.
    Lo odio perchè se sono grassa è perchè mangio. Lo amo perchè riesco a controllarlo facilmente.
    A volte penso che vorrei uscire davvero da questa situazione, altre volte penso che non riuscirei a vivere senza il pensiero fisso alle calorie, al cibo, al grasso, al magro...non so se potrei vivere senza le mie fissazioni. E' un controsenso lo so, ma certe volte immagino la mia vita quando ero molto magra e la mia vita adesso ed ero molto più felice prima che adesso. Magra ci sto bene, grassa no.

    Edited by Elektra86 - 23/4/2014, 23:01
     
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  4. Black Butterfly76
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    CITAZIONE (Elektra86 @ 23/4/2014, 12:32) 
    Magra ci sto bene, grassa no.

    Il tuo intervento era tutto da citare.. ma ho lasciato quest'ultima frase, per me la più significativa. Posso capire ogni singola parola. come se l'avessi scritta io. un "dolce pugnale" che brucia nel petto, non sempre, però... a volte sembra il paradiso, altre l'inferno.........
     
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    Grazie Black B :)
    Sono contenta che tu mi capisca perchè penso che solo chi ci è passato veramente può capire cosa significa.
    Hai ragione, hai fatto un paragone che si addice alla cosa: paradiso e inferno.
    Premettendo che il modo di vivere un disturbo alimentare è sempre soggettivo, alla fine ci sono dei fattori che li accomunano come ad esempio questo "amare e odiare il cibo", "momenti di paradiso e momenti di inferno". Penso che ci sia un modo comune di vedere questa cosa, di dire che "si sta male, ma nello stesso tempo stai bene".
    Non so tu, ma quando vivo i momenti di inferno (quando proprio non riesco a guardarmi, vedo il mio corpo grasso, non mangio e sembra che lievito anzichè dimagrire) cado nella depressione più nera, penso al suicidio, mi distacco dal mondo e anche sui forum...leggo, leggo ma non riesco a rispondere. Non riesco a consigliare bene gli altri se il mio animo non è sereno.
     
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  6. Fosfatasi alcalina
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    CITAZIONE (Elektra86 @ 23/4/2014, 20:39) 
    cado nella depressione più nera, penso al suicidio, mi distacco dal mondo e anche sui forum...leggo, leggo ma non riesco a rispondere

    Mi è capito di passare per questo per giorni consecutivi, che sembra poco, ma assicuro che non avere tregua da pianto isterico non è poco. Non so nemmeno io che rapporto ho con il cibo: sono stata anoressica/bulimica per un mese, fuori dall'Italia, a 14 anni, quando mio padre, prima di partire mi disse: "Non tornare ingrassata". Ho smesso quando sono tornata qui e mio padre, lo stesso giorno che ero tornata, mi ha detto: "Mi avevi detto che non saresti ingrassata!". E per disperazione ho ripreso a mangiare, ammettendo il mio fallimento. Sono venuta a sapere che un'amica si era accorta del mio problema perché ero diventata parecchio magra.

    Diciamo che ho sempre vissuto la questione del peso in modo molto pesante, a casa mia: basti pensare che quel pezzo di merda di mio padre (scusate, ma mi fa sentire meglio) dice che non vuole rimettersi con mia madre perché vecchia (50 anni portati benissimo) e grassa (per essere una donna in menopausa, con tre figli portati in grembo, credetemi, non lo è... ma a parte questo ma chi cazzarola ti rivuole indietro -_- )

    Chiusa parentesi sui danni che mio padre mi ha provocato, cosa di cui il mio ragazzo si è accorto, uso il cibo come valvola di sfogo: quando mi vedo grassa, quel giorno, non mangio (o comunque mangio poco), quando mi sento in colpa mangio tutto quello che trovo. Un rapporto di merda, ecco.
     
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    Mi dispiace che con tuo padre non hai un bel rapporto.
    Purtroppo le persone che ci circondano influiscono tantissimo e lo fanno anche inconsapevolmente, credendo di fare del bene e invece poi le cose vengono elaborate malamente dal nostro inconscio.
    Mia madre ha sempre avuto problemi col peso e si è sempre preoccupata del fatto che io non ingrassassi. Ovviamente io non do la colpa a mia madre per essere diventata così perchè anzi lei c'è stata molto male quando sono caduta in questi disturbi e tutt'ora ha paura che io ritorni indietro e mi dice che devo mangiare e io mi trovo sempre a pensare al cibo.
    Stessa cosa per gli amici: "sei troppo magra", "mi, più grossa sei rispetto a quest'estate!"
    Oh, io se vedo una persona ingrassata o dimagrita non glielo dico in faccia perchè so bene cosa provo io e quasi mi mette disagio dirlo agli altri.
    Io solitamente cerco di cambiare discorso quando qualcuno mi parla di cibo, diete e storie varie perchè tanto so che si va a parare sempre ad un solo punto e poi mi innervosisco perchè mi devo sentire dire che mangio quello, l'altro, che sbaglio, che bla bla bla...
    Ne parlo su un forum, almeno so che voi non giudicate perchè in fondo ci si può confrontare e alcuni di noi hanno gli stessi disagi.
     
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  8. Black Butterfly76
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    .. nei miei momenti di inferno ci ho pensato al suicidio... e come no!!! un corpo da fare totalmente schifo e non c'è nulla che possa distrarmi dal pensare al mio corpo come un'immondizia. il respiro è affannoso, le lacrime cercano di uscire ma non ci riescono , il mondo ruota vorticosamente intorno a me non lasciandomi spazio alcuno. Finisco per non ragionare , i figli on esistono, non esiste più nulla se non io e quello schifo di corpo che mi ritrovo... così non mi resta che pensare che farla finita possa risolvere tutto... così l'aria si fa più leggera.... si crea una sorta di calma, un "beato" vuoto............. ma non ho il coraggio, non più.... e qui riaffiora il mio altro problema..... le droghe che anestetizzano il tutto.... un vortice nel quale io non esisto più
     
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    Black B :hug:
     
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    Grazie al cielo il mio rapporto con il cibo è buono, o almeno credo. Da bambina facevo i capricci per non mangiare e anche oggi ho gusti molto selettivi e mi accorgo che se mi annoio di mangiare me ne vado (come nel caso di piatti unici troppo lunghi dallo stesso sapore), non rendendomi conto che se solo cambiassi alimento mi accorgerei che c'è ancora spazio. Non sono una che mangia tutto e fortunatamente trovo buone cose che sono anche sane (minestrone buonissimo e salmone buonissimo). Agli atti sono al limite tra il sottopeso e il normopeso, ma stabile. Non amo il cibo in generale ma amo mangiare piatti nuovi, etnici, e purtroppo anche i dolci.

    Il cibo non per tutti è un elemento dai contrasti forti o un pensiero ricorrente. Siete molto forti voi che riuscite a non farvi sotterrare dal problema. Lo so che per voi è una domanda banale e sulla quale avete ragionato molto ma ci tengo a farvela: se il cibo serve a riempire un vuoto o a consolare o ad altri scopi non riuscite a trovare un elemento che produca lo stesso risultato ma che non sia dannoso? E anche per quanto riguarda il pensiero ossessivo; spostarlo su un altro fronte come su un hobby?
     
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  11. Lizy.Luminos
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    Il mio rapporto col cibo è strano: ammetto che mi piace mangiare, anzi amo proprio mangiare, ma a volte, nei momenti di sconforto, il cibo è anche il mio peggior nemico. Comincio ad ingozzarmi anche quando non ho fame, tanto da prendere un chilo anche in pochi giorni. Soprattutto il mio debole sono i carboidrati, ne mangerei in quantità industriale... A volte però mi capita il contrario, comincio a mangiare poco o niente e a diventare scontrosa (questo mi è successo prima dell'inverno, ed era una reazione ad altri problemi che non c'entravano nulla col cibo). Penso che il cibo sia la cosa su cui è più facile sfogare le proprie frustrazioni. Purtroppo controllare il peso e il cibo ingerito da la sensazione di avere controllo sul proprio corpo, ma spesso è un ricercare solo qualcosa che possiamo gestire quando il resto per noi è incerto, confuso e... brutto.
     
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  12. Anice Stellato
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    CITAZIONE (Krigerinne @ 9/5/2014, 23:22) 
    Lo so che per voi è una domanda banale e sulla quale avete ragionato molto ma ci tengo a farvela: se il cibo serve a riempire un vuoto o a consolare o ad altri scopi non riuscite a trovare un elemento che produca lo stesso risultato ma che non sia dannoso? E anche per quanto riguarda il pensiero ossessivo; spostarlo su un altro fronte come su un hobby?

    Lizy ha già risposto: è facile sfogarsi col cibo. A me a volte capita, perchè sostanzialmente sono insoddisfatta di alcune cose nella mia vita e quindi, anche se esco o mi trovo un hobby, la cosa non cambia mica. Io dico sempre che se non fossi insoddisfatta tutta la mia vita migliorerebbe e non sarei come sono ora, sia a livello fisico che caratteriale.
     
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  13. (elettrica)
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    CITAZIONE (Lizy.Luminos @ 10/5/2014, 10:23) 
    Il mio rapporto col cibo è strano: ammetto che mi piace mangiare, anzi amo proprio mangiare, ma a volte, nei momenti di sconforto, il cibo è anche il mio peggior nemico. Comincio ad ingozzarmi anche quando non ho fame, tanto da prendere un chilo anche in pochi giorni. Soprattutto il mio debole sono i carboidrati, ne mangerei in quantità industriale... A volte però mi capita il contrario, comincio a mangiare poco o niente e a diventare scontrosa (questo mi è successo prima dell'inverno, ed era una reazione ad altri problemi che non c'entravano nulla col cibo). Penso che il cibo sia la cosa su cui è più facile sfogare le proprie frustrazioni. Purtroppo controllare il peso e il cibo ingerito da la sensazione di avere controllo sul proprio corpo, ma spesso è un ricercare solo qualcosa che possiamo gestire quando il resto per noi è incerto, confuso e... brutto.

    Queste cose potrei averle scritte io. Ho esattamente lo stesso tipo di comportamento. E la penso esattamente allo stesso modo. Ci sono giorni che mangio in maniera compulsiva anche se non ho fame. Altri in cui non ne voglio proprio sapere. Pur essendo comunque amante della buona cucina.
     
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  14. Eluana
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    il mio rapporto ocn il cibo? beh un pò mi rifaccio ad anice, la mia famiglia è una tipica famiglia del sud e devo dire che fino a qualche annetto fa, anche a noi i pranzi ernao immeensi, non finivano più, ogni festa era un pranzo o una cena, o quel che fosse. Premetto che mi paice mangiare, di conseuenza mi paice cucinare, e sperimentare in cucina, tra i 5 figli, io sono la terza sono l'unica che è sempre stata paciocca, sono sempre stata tonda, con i lineamenti morbidi. e sono sempre stata anche la più bassa di famiglia. Io sono sempre stata una persona introversa, e qualsiasi motivo per me fonte di dispaicere, o stress mi ha sempre portata a cucinare e poi mangiare. Da sempre, da molto piccola. Non sono mai stata obesa, ma sono sempre stata sovrappeso. Non tantissimo, sono alta 1,60m e pesavo circa 65 chili, insomma non andava prorpio malissimo, poi è arrivata l'università, e ho preso aprecchio peso, in soli sei mesi ho messo quasi 14 chili, sono arrivata a pesare 79 chili, e d alì la decisione di tornare per l'ennesima volta a dieta, non so più quante ne ho fatte. per me il cibo non è fondamentalmente sostentamento, non ho fame, nonh o mai sentito i morsi della fame, ma hjo sempre mangiato epr affogare i dispiacere, le frustazioni, los tress. Partendo ovviamente che con mia madre non ho un bel rapporto, e più si va avanti e più peggiora in generale il mio rapporto con la mia famiglia. è tutto così conflittuale, gli voglio bene, ma sono sempre lì a iudicare, a sindacare le mie scelte e la mia vita. questo mi porta a stare male fisicamente, perchè cmq è vero scarico sul cibo, ma poi mi sento ion colpa e mi viene l'emicrania, debilitante, e soprattuto menomante. quando mi prende sono inutile.
     
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    CITAZIONE (Krigerinne @ 9/5/2014, 23:22) 
    se il cibo serve a riempire un vuoto o a consolare o ad altri scopi non riuscite a trovare un elemento che produca lo stesso risultato ma che non sia dannoso? E anche per quanto riguarda il pensiero ossessivo; spostarlo su un altro fronte come su un hobby?

    Io non ti saprei dare una risposta azzeccata, nel senso che non so nemmeno io perchè il fulcro di tutti i miei pensieri è il cibo. Qua e là ho letto che il cibo è un mezzo di sfogo, di riempimento di vuoti, di compensazioni...
    Io non mangio perchè ho fame, ma perchè ho bisogno di riempirmi lo stomaco.
    Uso alcune strategie come ad esempio: stare fuori di casa il maggior tempo possibile oppure ascoltare musica.
    Dopo mangiato la prima cosa che faccio è mettermi in movimento per smaltire e lo faccio anche se ho mangiato una tazzina di caffè.
    Altra cosa che sto cercando di tenere a freno è la dipendenza dalle pasticche per andare in bagno. Ieri non ho mangiato e non ho avuto l'istinto di prendere nulla, ma appena mangio più del dovuto è quasi meccanico che io le prenda.
    Ci vuole molta forza di volontà...io per evitare le abbuffate mi facevo chiudere la cucina a chiave e cosa facevo? Mi portavo il cibo in camera e lo tenevo lì...che cosa avevo concluso? Nulla...mangiavo lo stesso.
    Purtroppo non c'è nessun hobby che mi distragga completamente da tutto ciò.
    Il mio hobby/lavoro è la musica...è vero che quando suono annullo ogni pensiero, ma poi comunque quello alle calorie, a quanto ho messo su di peso torna sempre alla mente.
     
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27 replies since 19/4/2014, 15:10   197 views
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