Studio USA: ti fai i selfie? Hai un disturbo mentale

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Piccola Fra °º•Enci•º°
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Secondo uno studio USA i selfie non sono una innocua manifestazione dell’era digitale, il tempo dei camera phone e dei social network ma una vera turba mentale. È la selfite, una disturbo che manifesta mancanza di autostima e lacune in intimità. Ecco come misurarne la gravità.

    I selfie e la moda di ritrarsi in fotografie poi pubblicate in Rete sono un fenomeno osservato con sospetto da molti. Ora arriva (almeno secondo qualcuno) la conferma ufficiale che qualche cosa non va nella mente dell’”auto-ritrattista” professionista: secondo l’American Psychiatric Association si tratta di un disturbo mentale. La nuova patologia ha anche un nome e il termine è selfitis, selfite.
    Secondo i sedicenti membri dell’APA chi ne è colpito soffre di un desiderio ossessivo compulsivo di realizzare fotografie di sé stesso per poi pubblicarle online, pratica messa in atto però per compensare la mancanza di autostima e anche per colmare lacune nella propria intimità.

    Chi soffre di selfite, può valutare la gravità del proprio disturbo in base alla scaletta fornita dall’American Psychiatric Association: selfitis borderline è chi fotografa sé stesso almeno tre volte al giorno ma che poi non pubblica le immagini su Internet. Rientra invece nei casi selfite acuta chi scatta almeno tre fotografie di sé stesso e le pubblica tutte online. Infine i casi disperati sono quelli di selfite cronica, coloro i quali provano la voglia incontrollabile di scattare autoritratti lungo l’arco dell’intera giornata pubblicando le foto su Internet più di sei volte al giorno.

    Secondo gli psichiatri USA al momento non esiste una cura per questo disturbo ma sembra sia possibile ottenere miglioramenti grazie alla Terapia Cognitivo-Comportamentale, siglata in inglese CBT.

    Sarebbe interessante conoscere il parere in merito di alcune delle star più celebri di Hollywood, protagoniste della foto selfie più retwittata di sempre, scattata nella notte degli Oscar. In questo caso però sembra possibile escludere problematiche di autostima e lacune di intimità: l’uso dello smartphone Samsung era stato suggerito alla conduttrice della notte degli Oscar dai dirigenti della multinazionale coreana per ragioni di pubblicità e sponsorizzazione. Così per il selfie finora più famoso di sempre più che di disturbo mentale si tratta senz'altro di marketing.

    Fonte:macitynet.it

    Manie di protagonismo no?!
     
    Top
    .
  2. Ankh
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Mi sembra un tantino esagerato parlare di disturbo mentale...
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar


    Group
    Amico Errante
    Posts
    878
    Likes
    0

    Status
    Offline
    Perdonatemi, ma a me questi studi fanno sorridere...
     
    Top
    .
  4. (elettrica)
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Non so quanto lo studio possa essere sensato, ma sinceramente la gente che ogni giorno pubblica propri autoscatti mi lascia un tantino perplessa. Forse manie di protagonismo, come dice Piccola Fra. Parlare di patologie in effetti mi pare azzardato...
     
    Top
    .
  5. Anice Stellato
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Non so fino a che punto si possa parlare di patologia. Forse nei casi più gravi. Comunque, stando all'articolo, se chi pubblica minimo 3 foto al giorno di sé soffre di selfite acuta allora io tra i miei contatti ho più di qualcuno che è "ammalato" :lol: credo sia mancanza di autostima, un voler riempire dei buchi tramite i pollici in su e l'approvazione sociale.
     
    Top
    .
4 replies since 9/4/2014, 16:49   45 views
  Share  
.
Top
Top