Il tema del "diverso" nel teatro

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  1. Lizy.Luminos
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    Si lo so, sono un po' in ritardo, ma non me ne vogliate... ho avuto così tanto da fare che riesco solo adesso ad intavolare il discorso.
    220px-William_Hogarth_-_Caliban
    Ho pensato alle tragedie e commedie shakespeariane, dove il tema del diverso e del "mostro" è spesso affrontato. Mi viene in mente infatti che in molte opere la diversità è data dall'etnia, come ad esempio nell'Otello o ne Il Mercante di Venezia. Ciò che è interessante è che almeno nella prima tragedia c'è un capovolgimento della convenzioni sociali del Seicento: i "mori", come venivano definiti all'epoca gli Arabi o gli Africani, erano considerati degli abomini, figli del diavolo, il tutto per il colore della pelle. Nell'Otello invece è il bianco il disonesto, come si evince dalla figura di Iago che attua un inganno nei confronti dell'onesto Otello. Si parla quindi di una serie di dicotomie canoniche nel teatro, dove tutto ciò che è male in contrapposizione al bene viene definito diverso, seppure nel caso specifico l'ordine naturale viene sovvertito. La cosa che lascia pensare è sicuramente che, come avviene nella vita reale, basta un'ingiuria per definire diverso. E' il caso di Bianca o di Desdemona, che per la sola parola di Iago vengono definite disoneste e adultere.
    Il topos del mostro invece è ancor più antico: pensiamo per esempio ai mostri dei miti greci alle quali vengono date in sacrificio delle giovani pure, o a Thanatos, la morte, vera entità mostruosa... Uno dei "mostri" che subito salta alla mente invece a chi ha letto Shakespeare è sicuramente Calibano de La tempesta. Mostro deforme o uomo selvaggio, schiavo di un padrone, Calibano è il personaggio più sbeffeggiato e tormentato dell'intera commedia, eppure è colui che riesce a toccare nell'anima il lettore con la sua eloquenza
    CITAZIONE
    Non devi aver paura. L'isola è piena di rumori, suoni e dolci arie che danno piacere e non fanno male.
    A volte sento mille strumenti vibrare e mormorarmi alle orecchie.
    E a volte voci che, pur se mi sono svegliato dopo un lungo sonno, mi fanno addormentare di nuovo.
    E poi, sognando, vedevo spalancarsi le nuvole e apparire ricchezze pronte a cadere su di me, così, svegliandomi, piangevo per sognare ancora.

    Diciamo che si riprende il mito del cattivo e buon selvaggio (Hobbes il primo, Rousseau il secondo), dove lo stato di natura di un essere viene arricchito di connotazioni negative o positive a seconda dell'ideologia filosofica che si prende in considerazione.
    Ciò che appare interessante è il vedere come Calibano proponga a Miranda di unirsi a lui per creare una nuova razza, segno che la diversità spesso è accompagnata dalla solitudine: infatti il mostro è un'esemplare sui generis che vorrebbe poter avere un corrispettivo.

    Altro punto chiave è come la contrapposizione normalità/anormalità venga a decadere nel teatro dell'assurdo di Breckett e Ionesco. Proprio di quest'ultimo scrive Essiin:
    CITAZIONE
    «il suo teatro, irresistibilmente comico, nasce da un'intenzione
    pessimistica dell'esistenza e non è certo un caso che i temi a fondamento delle sue pièces
    siano la solitudine e l'isolamento dell'individuo, la sua difficoltà nel comunicare con gli altri,
    la sua soggezione a degradanti influenze esteme al conformismo meccanico della società
    come alle pressioni ugualmente degradanti della sua stessa personalità - la sessualità e il
    conseguente senso di colpa, l'ansietà che derivano dall'incertezza della propria identità e
    dalla certezza della morte».

    Dunque nel teatro la figura del diverso è fortemente presente e sempre centrale, e si accompagna ad altri topoi che le fanno da cornice. Di certo anche il teatro contemporaneo li fa propri, proprio perché sono tematiche che non si esauriscono col tempo laddove il diverso è ancora oggi demonizzato e allontanato.

    Articolo di Lizy per Anime... perse nel web

     
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0 replies since 31/1/2012, 11:37   198 views
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