Il berretto a sonagli

Luigi Pirandello

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  1. Lizy.Luminos
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    Allora... visto che Fiamma ed io lo andremo a vedere, vi lascio la trama e presto ne faremo la recensione.

    berretto1



    Il berretto a sonagli è una commedia in due atti dello scrittore e autore teatrale italiano Luigi Pirandello. Il titolo si riferisce al berretto portato dal buffone, il copricapo della vergogna ostentato davanti a tutti.
    La storia si svolge in una cittadina siciliana dell'interno, nel tempo presente.
    La commedia, che riprende le tematiche delle due novelle La verità (1912) e Certi obblighi (1912), venne scritta nell'agosto 1916 in lingua siciliana per l'attore Angelo Musco con il titolo 'A birritta cu' i cianciareddi. In questa versione fu messa in scena dalla compagnia di Musco a Roma, al Teatro Nazionale, il 27 giugno 1917.
    I lavori per la rappresentazione della pièce furono caratterizzati dalle continue tensioni tra Musco ed il professore (con questo nome Musco usava chiamare Pirandello). I conflitti erano dovuti alle diverse aspettative: la commedia doveva, secondo Pirandello, concentrarsi sui paradossi del personaggio e dell'esistenza, mentre Musco voleva, da attore abituato a rappresentazioni brillanti, sottolinearne l'aspetto comico.
    Avvenne così che avendo il ruolo di capocomico Musco riuscì a portare in scena una versione accorciata di parecchio. A detta della maggior parte degli studiosi, i tagli operati da Musco alla versione siciliana sarebbero la causa di un fatto abbastanza curioso: la versione italiana, preparata alcuni anni più tardi da Pirandello, corrisponde all'incirca alla versione ridotta, messa in scena dalla compagnia di Musco. Il professore infatti avrebbe perso nel frattempo il manoscritto con la versione originale in siciliano.
    La versione abbreviata non s'incentra più su quello che è il personaggio principale della commedia in siciliano, cioè Beatrice, ma tende invece a mettere in risalto Ciampa, cioè il suo antagonista.
    Comunque, nell'estate del 1918 Pirandello terminò la versione in italiano che fu rappresentata il 15 dicembre 1923 al teatro Morgana di Roma dalla compagnia di Gastone Monaldi. Gli effetti comici della versione in siciliano erano andati in buona parte perduti. A causa del notevole ritardo della prima rappresentazione, il pezzo riscosse tiepidi consensi.

    Trama

    Primo atto
    Tradita e vilipesa, Beatrice cede ai suoi umori cangianti, e – convinta dalla Saracena – decide di convocare a sé il delegato Spanò per sporgere denuncia per adulterio nei confronti del marito. Nulla può la vecchia donna di servizio Fana, che con tutte le sue forze aveva cercato di convincere Beatrice a desistere.
    Il delegato Spanò, chiamato a casa di Beatrice, cerca di sottrarsi dall’ingrato compito di accettare la denuncia per poi dover indagare il Cavaliere e coglierlo in flagrante. Messo alle strette, deve alla fine cedere alle insistenze di Beatrice.
    Il primo atto si chiude con una visita di Ciampa a casa di Beatrice. Cerca di convincerla a considerare i gravi problemi che comporterebbe una denuncia. Rimane implicito che in questo caso – per salvare il nome macchiato della famiglia Ciampa – egli sarebbe costretto a fare una pazzia e a uccidere la traditrice Nina. Ciampa quindi invita Beatrice ad usare la ragione e a dare una giratina allo strumento:
    « BEATRICE: Lo strumento? Che strumento?
    CIAMPA: La corda civile, signora. Deve sapere che abbiamo tutti come tre corde d'orologio in testa.
    (Con la mano destra chiusa come se tenesse tra l'indice e il pollice una chiavetta, fa l'atto di dare una mandata prima sulla tempia destra, poi in mezzo alla fronte, poi sulla tempia sinistra.)

    La seria, la civile, la pazza. Soprattutto, dovendo vivere in società, ci serve la civile; per cui sta qua, in mezzo alla fronte. ‑ Ci mangeremmo tutti, signora mia, l'un l'altro, come tanti cani arrabbiati. ‑ Non si può. ‑ Io mi mangerei ‑ per modo d'esempio ‑ il signor Fifì. ‑ Non si può. E che faccio allora? Do una giratina così alla corda civile e gli vado innanzi con cera sorridente, la mano protesa: ‑ «Oh quanto m'è grato vedervi, caro il mio signor Fifì!». Capisce, signora? Ma può venire il momento che le acque s'intorbidano. E allora... allora io cerco, prima, di girare qua la corda seria, per chiarire, rimettere le cose a posto, dare le mie ragioni, dire quattro e quattr'otto, senza tante storie, quello che devo. Che se poi non mi riesce in nessun modo, sferro, signora, la corda pazza, perdo la vista degli occhi e non so più quello che faccio! »



    Secondo atto
    Il secondo atto si apre in un contesto completamente diverso: dopo che la perquisizione nell’ufficio del Cavaliere ha portato all’arresto di quest’ultimo e di Nina. Ciò che Beatrice non sa è che il delegato Spanò, per non compromettersi con il Cavaliere, ha evitato di partecipare all’azione mandando invece sul posto un suo collega calabrese, il quale ha – con tutta probabilità – colto in flagrante la coppia adultera.
    Per non mettersi contro il Cavaliere e per evitare che Ciampa uccida la moglie, il delegato Spanò cerca di imbrogliare le carte negando che l’arresto sia stato motivato dall'adulterio; lo spiega invece con un presunto attacco d’ira: provocato dalla perquisizione, il Cavaliere sarebbe montato su tutte le furie oltraggiando le forze dell’ordine.
    Però lo scandalo è ormai nato ed è assai difficile che la gente del posto, ormai al corrente dell’arresto, possa credere veramente alla versione di Spanò.
    Ciampa riesce a capovolgere la situazione in suo favore proponendo di avvalorare la tesi del delegato con uno stratagemma: bisognerà far credere a tutti che Beatrice sia pazza e che il tradimento del Cavaliere sia stato una sua montatura.
    L'idea di Ciampa piace a tutti tranne naturalmente a Beatrice. Messa sotto pressione da sua madre e dal fratello Fifì, Beatrice viene però indotta a convincersi che sia meglio – per il bene di tutti – recitare il ruolo della pazza e farsi quindi ricoverare per qualche tempo in una casa di cura. Come Beatrice impara a sue spese, mostrare in faccia a tutti la nuda verità si rivela quindi assai problematico:
    « BEATRICE. Pazzo da chiudere sarete voi!
    CIAMPA. Nossignora, Lei. Per il suo bene! E lo sappiamo tutti qua, che Lei è pazza. E ora deve saperlo tutto il paese. Non ci vuole niente, sa, signora mia, non s'allarmi! Niente ci vuole a far la pazza, creda a me! Gliel'insegno io come si fa. Basta che Lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza! »


    Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Il_berretto_a_sonagli
     
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0 replies since 24/11/2011, 15:15   35 views
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