Tutto intorno nel Mondo

L’Alchimia della Musica Contest

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  1. (¯`•. Prin¢ess Dreamer .•´¯)
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    ecco la canzone del sottofondo per questa song-fic: QUI ^^
    Buona lettura! ^^


    Tutto intorno, nel Mondo


    Enormi piante cangianti lo circondavano. Spostò un ramoscello per guardare cosa c’era oltre. Un’altra siepe gli apparve davanti con le sue foglie smeraldine e i suoi fiori multiformi. Quel luogo aveva un profumo intenso che quasi lo si poteva vedere attraverso l’aria cristallina. Un’ape si andò a poggiare su un gelsomino bianco. Anziché scappare per la vicinanza con l’insetto, si chinò e vi si avvicinò ancora di più per avere quel meraviglioso animale sotto gli occhi. Stette fermo a guardarla e, affascinato, immaginava come potesse essere volare e librarsi nel cielo senza preoccupazioni.
    Un ramo spezzato dietro di lui lo fece girare di scatto. Si staccò dalla pianta e con una corsa si portò dietro ad un’altra, attraversando un prato verde dal quale si alzarono decine di farfalle colorate. E ancora una volta si fermò per ammirare la magnificenza della natura. Ma il problema rimaneva, qualcuno era sulle sue tracce, e riprese a correre nel groviglio di piante, sorpassando fiori e alberi che emanavano profumi inebrianti. Gli scappò una risatina, mentre si velocizzava per passare tra due betulle evanescenti. I passi dietro di lui si erano fatti più svelti e più pesanti. Ecco, l’aveva quasi raggiunto. C’era quasi... Qualcuno lo afferrò dalla vita e lo tirò su in aria.
    Rise.
    “Ah, ti ho preso!” la donna gli diede un bacio sulla guancia.
    “Dai, mamma, lasciami!” rideva, ancora.
    “Ok, però facciamo un’altra partita”
    Lo lasciò atterrare con grazia, mentre ricominciava a contare, tappandosi gli occhi con le mani e il bambino cercava un posto per nascondersi nel giardino della sua villetta che quel giorno gli pareva immenso.
    Riprese a correre, l’eco dei numeri che gli arrivava da lontano. Un suono strano arrivò insieme a quello. Era qualcosa di innaturale, stonava nel contesto idilliaco di quel caldo pomeriggio primaverile. Decise di indagare.
    Un altro strano suono, identico al primo. Era qualcosa di acuto e stridulo e incredibilmente fastidioso.
    Si avvicinò al basso cancelletto color cremisi e lo spinse. Infilò la testa nello spazio creatasi tra le due ante e la girò prima a destra e poi a sinistra alla ricerca della fonte del rumore. Una macchina sfrecciò davanti a lui, facendo stridere le ruote sull’asfalto infuocato.
    Spinse una delle ante definitivamente ed uscì in strada, deciso a dirne quattro agli automobilisti che gli stavano rovinando il gioco. Si piazzò in mezzo alla strada, le braccia aperte per fermare il prossimo veicolo che sarebbe passato strombazzando. L’oggetto del suo desiderio non si fece attendere. Puntò i suoi piccoli occhi sull’uomo al volante che distrattamente parlava al cellulare, godendosi il paesaggio campagnolo al di fuori del suo finestrino. Aveva una folta barba che traballava a ogni movimento della sua bocca. Rise. Lo faceva ridere la barbetta dell’uomo che gli ricordava quella della capre. E solo in quel momento capì che la sua non era stata una buona idea.
    L’auto si avvicinava, sempre più. Era sempre più vicina e questo non lo divertiva neanche un po'. Non aveva niente a che fare con il gioco di prima. Cercò una via di fuga, un modo per uscire da quella brutta situazione. Forse se mi butto a terra, non mi prende... pensò e si lasciò cadere, il cuore che gli rimbalzava in gola. Vide nell’uomo alla guida un guizzo degli occhi, spostarli per un secondo sulla strada per poi riposizionarli sul paesaggio laterale. Vide l’uomo riportarli immediatamente su di lui e sgranarli dallo stupore e dalla consapevolezza della sua velocità. Vide l’uomo gridare, poi, più niente.
    Riaprì gli occhi frastornato. Avrà funzionato?
    Una luce accecante lo investì. Si tirò su da terra, spolverandosi i vestiti, quel completo nuovo che sua madre gli aveva regalato... Si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa, ma tutto quello che vide fu del bianco. E in quell’istante capì. Non sapeva neanche come, non aveva mai sentito parlare di quell’argomento e non poteva immaginare come potesse essere, ma capì. Si librò in aria e lentamente iniziò ad ascendere. No, non ha funzionato.
    E ne fu felice.
    Si sentiva libero e ora capiva come doveva sentirsi quell’ape del giardino. Pensando a lei, gli tornò in mente sua madre e si chiese come sarebbe stata la sua vita senza di lui. Pensò a come si sarebbe sentita sola, si interrogò sul con chi avrebbe giocato i pomeriggi. E ancora a come si sarebbe sentita in colpa quando avrebbe capito cosa gli era capitato e quanto si sarebbe disperata. Non poteva farle questo, non voleva. Non a sua madre che le aveva sempre voluto così bene e non l’aveva mai abbandonato, a differenza di suo padre... Non poteva, no.
    Una lacrima iniziò a scorrergli lungo il viso candido e capì veramente quello che sarebbe successo. Non gli importava più niente della leggerezza e della libertà. Non poteva finire così.
    E allora urlò.
    Il silenzio cristallino durò un attimo infinito, prima di rompersi sotto il suo respiro di affannosa inquietudine.
    Una voce, celeste e imprevedibile, arrivò: “Cosa fai in questo luogo?”
    Si guardò intorno nel bianco, mentre lentamente continuava a salire. “Non lo so” rispose afono.
    “Tu non dovresti essere qui.”
    “Ah, no?”
    “No.”
    “E perché, signore? Non sto forse morendo?” chiese curioso.
    “Certo che sì, ma sei ancora troppo piccolo, e non te lo meriti. Non è ancora la tua ora, goditi la Vita.”
    Tutto divenne buio e precipitò nell’oscurità, urlando terrorizzato.
    Un altro urlo si unì al suo e lo riconobbe: sua madre. Aprì gli occhi gioioso.
    La donna era comparsa sul lato della strada e fissava l’auto e l’uomo fermi a pochi centimetri dal figlio disteso a terra.
    “Mamma!” gridò e si mise a sedere sfregandosi gli occhi per abituarlo al sole del tardo pomeriggio.
    Gli corse incontro.
    E per un istante tutto il mondo circostante si fermò. Animali, vento, alberi: tutto immobile per cogliere quell’armonia composta solo dal pianto di una madre felice e dalle risa del suo bambino.





    Ritaglio di Princess ^^: questo è quello che è venuto fuori in onore del contest "Alchimia della Musica". Ho ascoltato la meravigliosa canzone proposta e ho riconosciuto diversi punti e diverse sensazioni. Le ho messe su carta in un'unica storia, seguendone l'ordine, ma non la durata. Spero possa piacervi ^^

    Edited by Lizy.Luminos - 14/10/2010, 11:25
     
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  2. Lizy.Luminos
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    bellissima Princess, scusa se ho avuto solo adesso il tempo di leggerla tutta con calma. Hai un bellissimo stile, fluido e scorrevole... davvero molto brava complimenti :D
     
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  3. (¯`•. Prin¢ess Dreamer .•´¯)
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    grazie Lizy, sono felice che ti sia piaciuta! ^^
     
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  4. Lizy.Luminos
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    Purtroppo non ci sono stati altri partecipanti al concorso, ma noi vogliamo comunque premiarti:

    image


    CODICE
    [IMG]http://img704.imageshack.us/img704/7790/pergamenag.png[/IMG]


    Questo è il tuo attestato di partecipazione :D speriamo ti piaccia!
     
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  5. (¯`•. Prin¢ess Dreamer .•´¯)
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    grazie mille è bellissimo! ^^
    mi spiace non abbiate avuto i partecipanti che vi meritavate, spero possa andarvi meglio con il prossimo concorso! ^^
     
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4 replies since 21/9/2010, 16:52   52 views
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