Rooms: Facebook lancia l’app per chattare in modo anonimo

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  1. Ankh
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    CITAZIONE
    Pensata sul modello delle chat degli anni Novanta come, ad esempio, IRC

    Per il momento è disponibile soltanto per iPhone e soltanto sull’App Store statunitense, ma non è escluso che entro qualche settimana possa arrivare per un pubblico molto più ampio. Nelle ore scorse Facebook ha lanciato Rooms, una nuova applicazione che permette di chattare e condividere contenuti in modo anonimo con gli altri utenti, senza bisogno di accedere con il proprio account Facebook: basta un qualsiasi indirizzo di posta elettronica.
    CREA UNA STANZA TEMATICA E APRILA A CHI VUOI - Come fa notare il Guardian, Rooms rappresenta una sorta di “voce fuori dal coro” in quelle che sono le tendenze del social network di Mark Zuckerberg, che obbliga qualsiasi utente a registrarsi con il proprio nome e cognome reale. Rooms si basa appunto sulla possibilità di creare delle stanze tematiche, che possono essere condivise pubblicamente – cioè permettendo a chiunque di entrare – oppure accessibili solo su invito. I moderatori di ciascuna stanza possono approvare od oscurare quei contenuti che non ritengono appropriati. Rimane critica, come rileva Samuel Gibbs sul Guardian, la questione della conferma dell’età: per accedere a una stanza contrassegnata “per adulti” basta semplicemente confermare di «avere più di 18 anni», ma questo dato non viene verificato, nonostante sui contenuti che circolano su Rooms viene applicata la stessa policy di Facebook, che cancella immediatamente ogni tipo di contenuto pornografico o illegale.
    OME LE CHAT DEGLI ANNI NOVANTA? - A presentare Rooms sul blog ufficiale di Facebook è Josh Miller, Product Manager di Facebook, che scrive:
    Una stanza è fatta da un feed di foto, video e messaggi di testo - non troppo diverso da quello che vede su Instagram o Facebook – relativi a un argomento stabilito da chi ha creato la stanza. I primi utenti hanno già creato una stanza quasi per tutto, dai video sul beat boxing al parkour fino alle ricette in cucina.
    E, cosa che Miller mette ancora più in evidenza, è la possibilità di potersi inventare un’identità fittizia, proprio come facevano, un tempo, la maggior parte degli utenti del web:
    Una delle cose più magiche del web della prima ora era che poteva mettere in contatto persone che, altrimenti, non si sarebbero mai potute incontrare. I forum, le chat e i message boards erano posti in cui si ritrovava la gente con un interesse in comune, senza essere accomunati dalla stessa appartenenza geografica o con amici comuni. Erano post dove quello che dicevi contava più di chi conoscevi e da dove venivi. [...] Oggi quell’aspetto di Internet come “altro luogo” ha cominciato a svanire. [...] Ecco perché in Rooms puoi essere “Wonder Woman” o qualsiasi altra cosa ti faccia sentire bene.

    Fonte:giornalettismo.com
     
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0 replies since 29/10/2014, 10:44   22 views
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