Dell'amicizia e di altri demoni

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. (elettrica)
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Visto che in pensieri sparsi si è iniziato a parlare di amicizia e di come essa va vissuta, voglio spostare qui il discorso.
    Essere amici di qualcuno cosa significa? In che modo si è veramente amici? E soprattutto: chi possiamo considerare amici?
    E' sufficiente essere inseriti in un gruppo di chat per considerare amiche le persone con cui si parla?
    Un amico può sparire per mesi senza farsi più sentire? Cosa significa esserci nel momento del bisogno?
    A voi la parola!
     
    Top
    .
  2. Ankh
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Bella la scelta del titolo :D c'è davvero tanto da dire su questo argomento, perché è sempre un aspetto della propria vita sul quale si riflette molto e soprattutto ci mette in discussione.
    Iniziando col rispondere alle domande iniziali essere amico vuol dire essere vicino a qualcuno, nel senso più ampio del termine, ma più che essere... è un sentirsi vicino. Penso che la radice di un'amicizia sia nel riconoscimento dell'altro e nell'altro di qualcosa di sé e nello scoprire di condividere qualcosa, che può essere più o meno importante. Per questo ci possono essere tipi di amicizia diversi... che solitamente si distinguono in "conoscenze" e "amicizie" ...oppure mi capita spesso di sentire "amici con cui esco la sera"... che pare siano un'altra categoria ancora. Personalmente non sto tanto a categorizzare, ho una visone libera dell'amicizia, non esiste il do ut des e non mi faccio sentire solo perché "si deve fare" (poi spiego meglio questo punto perché credo di aver capito quel che intende Fosfy)

    In che modo si è veramente amici? Parlando con sincerità anche delle cose più scomode, capendo quando è il momento e quando no per farlo, imparando a voler bene anche ai piccoli difetti, non negandosi, preoccupandosi o prendendosi cura (anche qui in senso molto ampio) di quella persona. Ma sono tante le cose che si possono dire qui, quello che ho appena detto mi rendo conto che viene fuori dalle situazioni che vivo in questi giorni. Magari se alla stessa domanda rispondessi tra un mese l'elenco sarebbe diverso ma se vogliamo ridurre la risposta ai minimi termini sarebbe comportandosi bene, tutto qui. Essendo per l'altro l'amico che vorremmo per noi. Che può sembrare naif come risposta ma quest'è.

    Sul discorso amico di chat vale quello che ho detto all'inizio, dipende da cosa si condivide e ci sono tanti tipi di amicizia, alcuni più importanti altri meno.

    Sparire per mesi. Non a caso anche elettrica l'ha accostato all'esserci o non nel momento del bisogno, non a caso credo, perché si tende a pensare che una persona che sparisce (o meglio, che non si fa sentire per un po') non si preoccupi per noi. Io potrei essere considerata una di quelle persone che "sparisce" in realtà sono semplicemente una persona solitaria. Se una persona amica ha bisogno di me non mi tiro indietro, né ho l'abitudine di sfogare i fatti i miei e poi voltare le spalle. Qualche giorno fa ho letto questo

    Ignorando l'ultima frase ("copia nel tuo stato" altrimenti loro non lo sapranno, ops volevo dire lo sapranno :lol:) il concetto che esprime è quello che personalmente intendo. Posso non farmi sentire, specie se non ho nulla da dire perché non c'è nulla di interessante da raccontare né credo sia il caso di raccontare se tornando a casa ho incrociato un unicorno, e nemmeno posso domandare a giorni alterni "come stai?" perché sarei giustamente mandata a fanculo. Ci sono dei periodi in cui ci sente/vede meno ma l'importante è esserci nella sostanza, non nella consuetudine.
     
    Top
    .
  3. Il Riflesso
        +1   +1   -1
     
    .

    User deleted


    Essere amici di qualcuno cosa significa? Credo voglia dire potersi fidare. Incondizionatamente. Non che l'amico sia infallibile, ma cercherà di fare cosa è meglio per te sempre e comunque... magari ti incasinerà la vita, ma con buone intenzioni
    In che modo si è veramente amici? Ognuno è fatto a modo suo, quindi non dovrebbe essere una ricetta specifica. Credo che l'importante sia che i due modi coincidano
    Chi possiamo considerare amici? Tendenzialmente tutti e nessuno. E' una cosa di pelle, istintiva, un po' come l'amore... una persona potrebbe essere un amico perfetto e sforzarsi di esserlo, eppure non riuscire a farsi considerare tale (o a considerarti tale)
    E' sufficiente essere inseriti in un gruppo di chat per considerare amiche le persone con cui si parla? no, come non basta salutare uno al supermercato per considerarlo amico.
    Un amico può sparire per mesi senza farsi più sentire? Si e no. Si, se questo non coincide con un momento critico. No, se sta sparendo per dei problemi che non conosci. No, se quando non c'è non continua ad essere la prima persona a cui pensi di chiedere aiuto.
    Cosa significa esserci nel momento del bisogno? Credo che questo sia più dovuto al "bisognoso". Per quanto stupenda, una persona difficilmente può esserci se non le dai modo di farlo (e magari vi vedete anche poco). esistono sempre quei casi di affinità eccelsa dove una specie di sesto senso ti avvisa che qualcosa non va, ma richiede una convivenza giornaliera o quasi... più generalmente è la persona disponibile nel momento in cui tu chiedi.

    E questa è la teoria... personalmente ho smesso di appioppare l'appellativo "amico" con la stessa frequenza con cui lo facevo prima.
    Non posso impedirmi di affezionarmi alle persone, sia quelle che conosco di persona sia quelle con cui ho contatti solo virtuali, ma tengo sempre presente che questa amicizia durerà solo fin tanto che avremo qualcosa in comune, da discutere o vedere assieme. Sapere che hanno una scadenza e, spesso, individuarla con precisione porta inevitabilmente ad eliminare anche la possibilità di una cosa sincera :lol:
    Mi piace provare ad esserci se qualcuno ha bisogno di me, di parlare o anche solo distrarsi, ma evito di chiederlo per me... tanto non ho mai problemi abbastanza gravi per competere con i "loro" e quando me lo fan notare tendo a rimanerci male. Per contro, risultando senza un grattacapo al mondo, ho sempre qualcuno che non disdegna la mia compagnia.
    Chiamo amico, in sua presenza, colui che ci rimarebbe male ad essere presentato diversamente e fine delle aspettative :lol:

    Ma credo che la vera amicizia da qualche parte ci sia... sarebbe triste pensare altrimenti

    p.s. mamma come sono prolissa! Secondo me scappano perchè parlo troppo! XD
     
    Top
    .
  4. Jessy94_TDM
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    il discorso è lungo e complicato.
    Spero di riuscire prima che si scarichi il cellulare.
    Intanto l'amicizia non ha distanza fisica: ho avuto e ho amici "virtuali" che sono stati molto più presenti di tutti i vicini messi insieme. In entrambi i casi, amico per me è la persona a cui si riesce a dire "ti voglio bene". Può sembrare ridotto, ma per me non lo è. Le persone a cui l'ho detto nella mia vita non arrivano nemmeno a 10. Un paio forse non ne hanno nemmeno capito il significato, e parlo di amiche con cui ho avuto rapporti reali. Quoto ankh nel dire che ci vuole qualcosa da condividere, ma aggiungo che ci vuole sentimento (condivisione può esserci anche con conoscenti) e sincerità. Sono una persona che fonda i rapporti sulla sincerità, per me non esiste "ho fatto qualcosa?" "no, è tutto a posto", quando non è vero. I problemi nella relazione vanno affrontati, anche di brutto muso, non mi importa di essere detestata e di beccarmi qualche insulto purchè sia fondato.
    Per quanto riguarda sparire..ammetto, sono una persona che sparisce fisicamente. Sono stata e sono capace di non farmi sentire per mesi, ma nella testa ho ogni giorno i neanche dieci nomi che amo: mi chiedo come stanno, cosa fanno, cosa posso fare. Se intuisco o mi si dice che qualcosa non va, a meno che non mi sia richiesto di sparire, io ci sono sempre.
    Amico è chi lascia un graffio talmente profondo da non farlo guarire, ma che allo stesso tempo ti fa stare bene tanto da non sentire ne quello né gli altri. Potrei andare avanti per ore
     
    Top
    .
  5. Evenstar.
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Avrei un esempio da riportare per ognuna di queste domande.

    CITAZIONE
    essere amico vuol dire essere vicino a qualcuno, nel senso più ampio del termine, ma più che essere... è un sentirsi vicino.

    Questo riassume ciò che è per me ora il concetto di amicizia. Personalmente non mi importa se una persona non si fa sentire per diverso tempo, se io "sento" la sua vicinanza, se so che quello che ci unisce è più di un messaggio su facebook. Sento di avere un'amicizia molto più profonda con una ragazza che vedo un paio di volte l'anno rispetto alla mia vicina di casa con cui sono praticamente cresciuta. Con la prima c'è un affinità indescrivibile, con la seconda non c'è mai stata.
    Se un amico sparisce per qualche tempo, oppure per mesi, credo sia possibile distinguere (anche solo "a pelle") quali sono le motivazioni: se perché è preso dalla vita, oppure per totale disinteresse. Penso che ogni caso sia "a sé" e che ognuno di noi abbia quasi un istinto che ci porta a comprendere certe cose. :)
    Essere amico per me è sapere che ci sarò, nel momento del cazzeggio ma anche in quello del bisogno, ed è sapere con cieca fiducia che anche l'altro ci sarà.

    Per quanto mi riguarda, per stare bene ho bisogno non del messaggio stupido su whatsapp (che pure va bene, ma non considero una persona amica nel vero senso della parola solo per questo) ma di un sorriso sincero quando ci salutiamo, della vera voglia di rivedersi, non solo perché non si ha altro da fare. Ho capito che del resto posso fare a meno, nel momento in cui mi sono resa conto del poter aspirare alla vera amicizia (perché ce l'ho!). Ho riconosciuto l'ipocrisia in alcune delle amiche che credevo più vicine e sarò sincera: ne ho preso atto, senza dispiacermene troppo, perché preferisco 5 amici che ritengo leali, a 20 che ti cercano solo per comodità - o nel mio caso perché non sono in grado di averne altri a causa della loro superficialità -.

    CITAZIONE
    nella testa ho ogni giorno i neanche dieci nomi che amo: mi chiedo come stanno, cosa fanno, cosa posso fare.

    Quoto in pieno, 10 nomi sono sufficienti per me, se so che siamo affini sono ciò che mi basta per stare bene.
     
    Top
    .
  6. (elettrica)
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ogni amicizia è una storia a sè, per come la vedo io. E' difficile generalizzare. Condivido a pieno chi sostiene che l'importante non è una presenza fisica - non solo, almeno - ma l'esserci al di là di ogni barriera fisica o di altro tipo. Si può essere amici del cuore anche con un oceano di distanza. Quel che conta non è quanto ci si vede, ma la qualità dello stare insieme. Oggi il virtuale aiuta perché si può conversare con qualcuno senza troppi problemi anche se si è divisi da centinaia di chilometri. Con il mio migliore amico ci si vede una volta all'anno o ogni due anni, ma il nostro rapporto è intatto nel tempo. Abitiamo a chilometri di distanza e l'abbiamo impostato così.
    Con la mia migliore amica invece ci vediamo spesso e il nostro rapporto è fatto molto anche di presenza fisica: abbiamo bisogno di esserci l'una per l'altra, a tutti i livelli.
    Poi ci sono persone che vedo ogni giorno e che non considero minimamente amiche.
    Per come sono fatta io, prima che qualcuno che conosco venga considerato "amico" ci vuole davvero molto tempo. Per comodità parlo di "amici", ma sono amicizie superficiali, che possono esserci o non esserci e non cambia nulla...
     
    Top
    .
  7. Fosfatasi alcalina
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ankh, l'immagine da te postata riflette (senza l'ultima frase, alquanto da bimbominkia :lol: ) esattamente quello che io volevo dire.
     
    Top
    .
  8. Anice Stellato
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE ((elettrica) @ 1/4/2014, 09:56) 
    E' sufficiente essere inseriti in un gruppo di chat per considerare amiche le persone con cui si parla?

    No ragazzi, ma questo era un esempio stupido per descrivere la mia situazione :D ovviamente non volevo dire che le cazzate dette su whatsapp fanno un'amicizia ;) noi lo abbiamo creato per il semplice fatto che ci teniamo sempre in contatto e con gli audio esponiamo i nostri problemi (specie le altre due per la situazione che stanno vivendo in sti mesi, un po' tutti abbiamo dei "problemi" e abbiamo bisogno di sostegno), posto che comunque ci vediamo minimo una volta a settimana di persona.

    Premessa: io ho pochissimi Amici, tutto il resto sono conoscenti. Avere tanti (presunti) amici significa doverli gestire, perchè ognuno ha una sua testa. Le mie amicizie sono di lunga data e il rapporto l'ho costruito giorno per giorno, a piccoli passi. Diffido di chi mi dice -e mi è successo- "amoooooooore tesoooooooooro" dopo due mesi: è una tipologia di persona che non può fare al caso mio. Per quanto riguarda me, cerco di mostrare sempre il mio sostegno e la mia vicinanza, sono cristallina e senza doppi giochi. Il mio affetto è sincero.
    Con questi "piccoli" accorgimenti, costruisco le mie amicizie: semplicità, bontà d'animo, desiderio di non fottere perennemente l'altro.
     
    Top
    .
  9. (elettrica)
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Fosfatasi alcalina @ 1/4/2014, 17:31) 
    Ankh, l'immagine da te postata riflette (senza l'ultima frase, alquanto da bimbominkia :lol: ) esattamente quello che io volevo dire.

    La frase citata da Ankh rispecchia perfettamente il rapporto che ho con il mio migliore amico.
    Però bisogna tenere presente una cosa: un'amicizia impostata in questo modo deve essere qualcosa che va bene ad entrambi. Ad esempio se facessi così con la mia migliore amica lei ci rimarrebbe malissimo, perché ha bisogno di avermi vicino sempre, così come io ho bisogno di lei. Dal mio punto di vista per essere buoni amici di qualcuno è prima ai suoi bisogni che si deve pensare. I propri vengono dopo. Per me è quello il punto di stacco tra chi considero vero amico e chi no: se sento che è più importante far felice lui che me stesso, allora so che lo sto considerando amico. Gli altri sono conoscenti.
     
    Top
    .
  10. Ankh
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE ((elettrica) @ 2/4/2014, 08:23) 
    Dal mio punto di vista per essere buoni amici di qualcuno è prima ai suoi bisogni che si deve pensare. I propri vengono dopo.

    Ieri dopo aver scritto il mio intervento riflettevo proprio su quest'aspetto. Avevo scritto che bisognerebbe essere per l'altro l'amico che vorremmo per noi, ma non credo sia poi molto corretto, perché il fatto che io non abbia bisogno di continui contatti non vuol dire che valga lo stesso anche per una mia amica. Il problema è che se mi comportassi diversamente sarebbe comunque una forzatura e per quanto possa sentire amica una data persona, onestamente, continuerei a pensare ai miei bisogni prima. Trovo anche pericoloso mettere da parte i propri in favore di quelli di un altro, per quanto bene si possa volere...
    Per esempio, io so che con una mia amica la mia presenza è insufficiente rispetto a quello che lei desidererebbe ma non posso fare diversamente perché andrei a scombinare i miei equilibri. In questi casi credo che l'unica cosa che si possa fare sia venirsi incontro, se si vuole salvaguardare l'amicizia, per quanto si riesca e sperando di non arrivare mai al punto di sentirsi trascurati/soffocati.
     
    Top
    .
  11. Fosfatasi alcalina
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ankh, credo che non potrei essere più che d'accordo.
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Il re può muoversi solo di una casella, la regina fa quel che vuole

    Group
    Alchimista errante
    Posts
    37,177
    Likes
    +148

    Status
    Anonymous
    Un argomento interessante questo. Al giorno d'oggi il concetto di amicizia tende ad essere vanificato da rapporti di pseudo amicizia. I veri amici, come molti di voi hanno detto, si contanto sulla punta delle dita...gli altri sono conoscenti. Poi ci sono quelli che sembravano veri amici e ti pugnalano alle spalle...ed è la categoria peggiore perchè magari sanno le tue confidenze e tutto di te perchè sapevi che di loro ti potevi fidare e adesso potrebbero andare a sparlarti con chiunque...
    Cosa significa essere amici di qualcuno:
    Quoto Riflesso:
    CITAZIONE
    Credo voglia dire potersi fidare. Incondizionatamente.

    E' un po' come la fiducia all'interno di una coppia: se l'altro fa qualcosa sono cavoli suoi perchè io ripongo in lui tutta la fiducia possibile e immaginabile e se quest'ultima viene tradita, la responsabilità è solo sua. Il vero amico è colui che non ti abbandona nel momento della prova, della difficoltà; non è l'amico opportunista, di convenienza che appare e scompare solo quando ha bisogno, ma c'è sempre.
    E non parlo di apparire e scomparire con l'accezione che avete usato voi e cioè il fatto che si può anche non vedersi fisicamente perchè si ha voglia di stare soli perchè su quello sono d'accordissimo.
    Anche io ho dei momenti in cui voglio stare per conto mio, ma se l'amica o l'amico mi chiama e dice: ho bisogno di parlarti (mi è successo proprio ieri), allora io scappo e faccio l'impossibile per vederlo/a fregandomene dei miei problemi e sconvolgimenti mentali.
    Quanto al discorso di whatsapp, bisogna fare un distinguo:
    ci sono i gruppi di amici con cui hai anche un rapporto fisico. Io, ad esempio, ho il gruppo dei componenti del coro della chiesa su cui scriviamo anche innumerevoli cazz***, ma siamo persone che ci frequentiamo nella vita quotidiana. Poi c'è il gruppo degli amici con cui esco, faccio volontariato, condivido cene, pizze, film e il quotidiano in tutti i suoi momenti ed è un gruppo in cui scappano anche confidenze (che scappano anche mentre parliamo di presenza).
    Infine ci sono i gruppi di coloro che non puoi mai e poi mai definire amici perchè magari ti inseriscono per un'interesse comune, come un ragazzo di Genova che ho conosciuto quest'estate che mi ha inserito nel gruppo degli amanti dell'horror.
    Quindi direi che le vere amicizie si consumano prima di tutto nel mondo reale e queste si possono completare nel virtuale tra facebook e whatsapp. Ci sono amicizie che nascono nel virtuale...in quei casi spesso e volentieri le consideriamo migliori di quelle vere (io per prima) e questo non perchè quella persona è "vera amica" perchè, personalmente, una vera amicizia tu la puoi capire solo di presenza, ma perchè quell'amico o amica virtuale ci sta trasmettendo un qualcosa che ci permette di aprirci totalmente e questo è dato anche dalla non presenza. Riusciremo ad aprirci con quello "sconosciuto" anche dopo averlo conosciuto di presenza? Non lo so, io non so se a parole predico bene e poi razzolo male e questo perchè?
    Perchè lo noto con i miei amici reali: a loro non riesco a dire tutto come a quelli virtuali e penso: "e se gli amici veri si scambiassero con quelli virtuali? succederebbe la stessa cosa probabilmente"
     
    Top
    .
  13. (elettrica)
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Ankh @ 2/4/2014, 11:06) 
    CITAZIONE ((elettrica) @ 2/4/2014, 08:23) 
    Dal mio punto di vista per essere buoni amici di qualcuno è prima ai suoi bisogni che si deve pensare. I propri vengono dopo.

    Ieri dopo aver scritto il mio intervento riflettevo proprio su quest'aspetto. Avevo scritto che bisognerebbe essere per l'altro l'amico che vorremmo per noi, ma non credo sia poi molto corretto, perché il fatto che io non abbia bisogno di continui contatti non vuol dire che valga lo stesso anche per una mia amica. Il problema è che se mi comportassi diversamente sarebbe comunque una forzatura e per quanto possa sentire amica una data persona, onestamente, continuerei a pensare ai miei bisogni prima. Trovo anche pericoloso mettere da parte i propri in favore di quelli di un altro, per quanto bene si possa volere...
    Per esempio, io so che con una mia amica la mia presenza è insufficiente rispetto a quello che lei desidererebbe ma non posso fare diversamente perché andrei a scombinare i miei equilibri. In questi casi credo che l'unica cosa che si possa fare sia venirsi incontro, se si vuole salvaguardare l'amicizia, per quanto si riesca e sperando di non arrivare mai al punto di sentirsi trascurati/soffocati.

    Beh, direi che in un rapporto a due sarebbe sbagliato che uno si sacrificasse per l'altro e punto. Ci deve essere reciprocità. A volte facciamo ridere io e la mia amica perché sembra che facciamo a gara a cercare di fare qualcosa l'una per l'altra. Anche sulle stupidate. Del tipo: Vengo io li dalle tue parti così hai da fare meno strada". "No, vengo io, così non ti devi muovere troppo". Stupidate di questo tipo. Però è molto bello così. Credo che l'amicizia vera ci possa essere proprio quando entrambe le parti cercano di esserci l'una per l'altra... in questo modo nasce quell'equilibrio perfetto per cui in realtà nessuna delle due si sacrifica davvero, in quanto ci si incontra sempre a metà strada...
     
    Top
    .
  14. Ankh
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE ((elettrica) @ 2/4/2014, 11:59) 
    Beh, direi che in un rapporto a due sarebbe sbagliato che uno si sacrificasse per l'altro e punto. Ci deve essere reciprocità. A volte facciamo ridere io e la mia amica perché sembra che facciamo a gara a cercare di fare qualcosa l'una per l'altra. Anche sulle stupidate. Del tipo: Vengo io li dalle tue parti così hai da fare meno strada". "No, vengo io, così non ti devi muovere troppo". Stupidate di questo tipo. Però è molto bello così. Credo che l'amicizia vera ci possa essere proprio quando entrambe le parti cercano di esserci l'una per l'altra... in questo modo nasce quell'equilibrio perfetto per cui in realtà nessuna delle due si sacrifica davvero, in quanto ci si incontra sempre a metà strada...

    mi apri un'altro scenario elettrica :D su questo aspetto credo tu sia molto simile alla mia amica di cui parlavo prima. Lei è così, parte con un no, vengo io così tu non ti muovi... no , faccio io che mi trovo a passare... e cose di questo genere che però come conseguenza hanno lo stare a discutere al telefono, per esempio, su come organizzarsi e dopo un po'...a me parte lo sclero :D se poi invece di due siamo in tre è la fine T_T Sono cose carine alla fine, però forse alle volte si finisce per mettere da parte un po' di senso pratico per paura che l'altro pensi che non ci preoccupiamo abbastanza...
     
    Top
    .
  15. Anice Stellato
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Elektra86 @ 2/4/2014, 11:41) 
    Perchè lo noto con i miei amici reali: a loro non riesco a dire tutto come a quelli virtuali e penso: "e se gli amici veri si scambiassero con quelli virtuali? succederebbe la stessa cosa probabilmente"

    Quando c'è un monitor di mezzo, è tutto più facile. Anche parlare risulta estremamente semplice. Perchè quelli che vanno dallo psicologo riescono a raccontare tutto, anche episodi negativi, della propria vita e invece con gli amici non ci riescono? Perchè parlare a uno sconosciuto è più facile, non si teme il suo giudizio, mentre dell'amico lo si teme eccome. E' una paura magari inconscia, ma è così: infatti, non potremmo mai farci psicanalizzare dagli amici che di mestiere fanno gli psicologi, proprio perchè non parleremmo liberamente. Dobbiamo necessariamente andare dai perfetti sconosciuti (me lo ha detto un'amica psicologa :D ).
     
    Top
    .
22 replies since 1/4/2014, 08:56   211 views
  Share  
.
Top
Top